Angelo Diofano
Nella notte del 24 , vigilia di Natale, ritorna la processione notturna a mare di Gesù Bambino, ripristinata lo scorso anno con successo dal parroco della cattedrale don Emanuele Ferro che, riferisce “vuole essere nel segno della fede, voluto da monsignor Filippo Santoro, un atto di unità e di amore per la nostra terra e per il nostro mare».
Alle ore 22 dalla chiesa di San Giuseppe ci sarà l'uscita della processione con la venerata immagine, guidata dal parroco e accompagnata dalle confraternite della città vecchia e dagli equipaggi del Palio di Taranto, al suono dalle tradizionali pastorali eseguite della banda musicale “Santa Cecilia”. Si percorreranno via Garibaldi, strada Garibaldi, piazza Fontana e via Cariati. L’arcivescovo sarà in attesa sulla banchina dei pescherecci per un momento di preghiera; quindi l’accensione delle fiaccole a vento che saranno distribuite agli equipaggi delle imbarcazioni. Monsignor Filippo Santoro porterà quindi il Bambinello su un mezzo navale dei vigili del fuoco. Al largo attenderanno i mezzi della Capitaneria di Porto, i pescherecci delle cooperative marittime e le barche del Palio di Taranto. Dopo una breve giro per Mar Piccolo s'imboccherà il Canale Navigabile per lo sbarco alla banchina del Castello Aragonese. Lo sbarco sarà salutato da segnali luminosi provenienti dalle barche. L'Arcivescovo rivolgerà allora il messaggio di auguri che sarà video diffuso in diretta web. Si salirà fino alla cappella di San Leonardo dove l’arcivescovo indosserà i paramenti per portare il Bambinello in processione fino alla cattedrale attraverso piazza Castello e via Duomo, nella suggestiva cornice delle luminarie. In cattedrale l’arrivo del Bambinello sarà accolto nel silenzio. Quindi, dopo la proclamazione delle Opere di Misericordia e la lettura della Calenda di Natale, si intonerà il “Gloria” per dare inizio alla celebrazione eucaristica.
L’antica magia del Natale sulla Marina
Ha origini lontane la partecipazione dei pescatori alla processione del Bambinello nella notte di Natale. Ne racconta lo studioso Alfredo Majorano, cui è intitolato il museo etnografico a palazzo Pantaleo. La processione di Gesù Bambino usciva dalla chiesa della Trinità in via Duomo (ora demolita). Lungo la Marina i pescatori ne attendevano il passaggio alla luce dei “frezzeliedde”. Si trattava di un arnese di ferro, di forma cilindrica, con una lunga asta di legno, entro cui si accendeva legna resinosa per rischiarare il mare durante la pesca notturna. Chissà come doveva essere bello!
Carmelo Spagnolo Rochira, nel numero unico “U Tarandine (Natale 1931) così descrisse quei momenti: “La via della Marina, avvolta in pallidi raggi lunari, ha movimento insolito. Le caratteristiche casette della via della Marina, che si specchiano nel mar piccolo, hanno illuminate le finestre, piene di gerani e di rampicanti, e sono avvolte in una leggiera nebbia argentea e fosforescente, come in un ciel di nozze trapunto di stelle. Mar Piccolo sembra di latte, come nei racconti delle fate. La sua superficie, specchio di fine cristallo, è solcata da mille e mille fasci di luce, che danno riflessi abbaglianti, pieni di scintille di fuoco. Il lastricato, umido, della strada sembra un artistico mosaico di pietre preziose e di oro; un mosaico, inciso sopra una gigantesca scatola di ebano levigato e lucente. Il paesaggio della via della Marina è un angolo di paradiso avvolto nella luce della luna; luce scialba di sogno, dai colori strani. I pescatori, vestiti a festa, vegliano: seduti sulle loro imbarcazioni, tirate a riva, fumano, silenziosi e pazienti nelle pipe di creta; guardano il mare, il loro mare, pieno d’incanti; e le finestre illuminate nell’alta notte. Mezzanotte, i rintocchi delle campane echeggiano ai quattro venti, mentre, come in un vortice, girano, ripetentesi sino allo stordimento, le note delle pastorali di Paisiello, di Costa, di D’Ammacco: musiche di zampogne, di violini, di piani che accompagnano il canto appassionato delle belle tarantine, dal profilo greco: “Agghie nate per fa’ l'amore/Bambenijedde ruba-core,/M’è rubate ‘u core mie/Bambenijedde amate mie…” I pescatori silenziosi, pieni di fede, vegliano accanto al loro mare, ad aspettare la processione. Verso l’alba, come on una visione di sogno, passa la processione. I pescatori, nel silenzio assoluto, con la fronte illuminata da un raggio di luna, commossi si inchinano. In quel silenzio, v’è tutta la profondità della loro fede, senza confine”.
U Bammine curcate
Nella mattinata del 25, appuntamento i città vecchia con “’U Bammine curcate” (Gesù Bambino nella culla) la processione organizzata dalla confraternita della Trinità, nella caratteristica mozzetta rossa con la “cozza San Giacomo” sul petto, simbolo dei pellegrini che andavano a San Giacomo di Compostela. Il Bambinello muoverà dalla Basilica di San Cataldo alle ore 10.30. Questo l’itinerario: via Duomo, pendio San Domenico, piazza Fontana, via Garibaldi, pendio La Riccia, piazza Castello e via Duomo. Presterà servizio la banda “Santa Cecilia”.
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