Il Monte Carmelo |
· Perché un monte?
· Perché il Carmelo?
In molte religioni il monte viene considerato come il punto in cui il cielo incontra la terra. Molti paesi hanno il loro monte santo, dove abitano gli dei, da dove viene la salvezza. Anche la Bibbia conserva queste credenze e le purifica: Jahve è adorato come il Dio dei monti e delle valli (El-Shaddaj in ebraico). Alcuni monti nell’Antico Testamento furono riservati ad una funzione duratura e gloriosa: pensiamo al monte di Dio, l’Horeb, luogo della rivelazione, luogo della legge; pensiamo al monte Sion, ombelico del mondo, come lo definisce il profeta Ezechiele. E pensiamo quindi al Monte Carmelo, luogo della predicazione del più celebre fra i profeti, Elia, e del suo discepolo, Eliseo.
“Carmelo” vuol dire il giardino fiorito di Dio , e come un giardino doveva davvero apparire a chi vi giungeva dopo aver attraversato il deserto, o a chi giungeva in Palestina provenendo dal mare. Il Carmelo è il luogo della vicenda biblica del profeta Elia. In un momento di grande confusione politica e religiosa della storia di Israele, Elia rappresenta un sicuro punto di riferimento. È colui che restaura l’alleanza con Dio contro il culto dilagante di Baal; è il profeta che manifesta l’intervento strepitoso di Dio sul Carmelo: prima il fuoco che brucia il sacrificio, poi l’acqua, la nuvoletta, “come una mano d’uomo” che sale dal mare e porta la pioggia a dirotto. La vicenda di Elia possiamo leggerla nel Primo Libro dei Re. Nella tradizione biblica Elia è il profeta simile al fuoco: leggiamo nel Siracide (48, 1):
“Sorse il profeta Elia come un fuoco, / la sua parola bruciava come fiaccola (…)
Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! / E chi può vantarsi di esserti uguale? (…)
Fosti assunto in un turbine di fuoco / su un carro di cavalli di fuoco
designato a rimproverare i tempi futuri”
Ma oltre ad essere il profeta del fuoco, Elia è colui che incontra Dio nel silenzio e nella preghiera: (1Re 19, 11-14):
"Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto col mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco udì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”. Egli rispose: “Sono pieno di zelo, per il Signore Dio degli eserciti…”
La Regula Primitiva
S. Alberto Avogadro |
Per vivere sulle orme di Gesù Cristo i Carmelitani si impegnano più specificamente a:
- sviluppare la dimensione contemplativa dell'essere umano aprendosi al dialogo con Dio
- trattarsi come fratelli, con piena carità
- meditare giorno e notte la Parola del Signore
- pregare insieme o soli più volte al giorno
- celebrare ogni giorno l'eucaristia
- lavorare con le proprie mani, come Paolo apostolo
- purificarsi da ogni traccia di male
- vivere da poveri, mettendo in comune i pochi beni
- amare la Chiesa e tutte le genti
- conformare la propia volontà con quella di Dio ricercata nella fede con il dialogo e con il discernimento.
La Regola carmelitana è la più breve fra le Regole note, è composta quasi esclusivamente di precetti biblici. Ancora oggi è ricca di ispirazione per la vita.
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