Angelo Diofano
Corriere di Taranto 6/3/2016
“I Misteri di Taranto: Simboli e Simbologia” è il titolo del libro di Giovanni Schinaia, per la “Edit@”, presentato sabato sera nel salone della biblioteca “Pietro Acclavio” alla Bestat. Presente, oltre all’autore, l’editore Domenico Sellitti e il prof. Giovangualberto Carducci, che ha svolto la relazione.
La processione dei Misteri di Taranto (scrive Schinaia) si presenta come un universo di simboli, di modelli iconografici, di soluzioni cromatiche negli abiti di rito e nei simulacri, di elementi che non si limitano ad offrire una narrazione delle ultime ore della vita di Gesù, ma, utilizzando il linguaggio che è loro proprio, rimandano tutti ad una realtà “altra”. Quando la processione è nata ed è stata pensata in questo modo, o almeno quando è passata nel patrimonio cultuale della confraternita del Carmine, ormai più di 250 anni fa, si trattava di un linguaggio immediatamente comprensibile per tutti: per i confratelli che ne erano protagonisti e che prestavano le proprie spalle e le proprie forze, e per quanti assistevano al passaggio degli stessi confratelli e delle statue. Col passare del tempo però, molta di quella consapevolezza è andata perdendosi o alterandosi. Perché gli abiti con cui il Cristo è raffigurato sono di quel colore e non di un altro? E a cosa alludono i vari attributi iconografici nelle mani dell’Addolorata o dell’Ecce Homo? E perché, a suo tempo, furono scelte proprio quelle scene da rappresentare, e proprio in quel modo? E gli “oggetti misteriosi” della nostra processione, come il Gonfalone o la Sindone? A tutti questi interrogativi l’autore s’impegna a fornire appropriate risposte.
Il libro è composto da 240 pagine con adeguato corredo fotografico (anche d’epoca) ed è già reperibile in libreria al prezzo di 16 euro.
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