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martedì 26 aprile 2016

La festa di San Giuseppe

Angelo Diofano
Nuovo Dialogo 21/4/2016



La devozione a San Giuseppe, patrono universale della Chiesa, ci richiama intorno al suo esempio e al suo patrocinio. Lo scorso 19 marzo abbiamo vissuto una festa consona al periodo quaresimale e alla Settimana santa. Ora siamo invitati nuovamente a invocare e a onorare San Giuseppe nel giorno in cui si fa memoria del padre di Gesù, un lavoratore, un operaio. Per intercessione di San Giuseppe Dio benedica la nostra città e il lavoro delle mani di ciascuno di noi. Buona festa”. 

Così il padre spirituale dell’arciconfraternita don Emanuele Ferro e il commissario arcivescovile della medesima commendator Antonio Gigante annunciano i festeggiamenti in onore del padre putativo di Gesù per il primo maggio, data in cui sono state spostate le solenni celebrazioni dal 19 marzo, essendo questa data troppo a ridosso della Settimana Santa. In quella circostanza fu onorata soltanto la tradizione della tavola di San Giuseppe”, allestita nel salone dell’oratorio, che fu visitata da centinaia di devoti. Il programma prevede nella chiesa di via Garibaldi il triduo nei giorni 28-29-30 aprile (ore 17.30 santo rosario; ore 18 santa messa con preghiera al santo. Domenica primo maggio, sante messe alle ore 9-11-17; alle ore 18 muoverà la processione con gli aderenti all’arciconfraternita, fondata nel 1639, nella caratteristica mozzetta violacea. Questo l’itinerario: via Garibaldi, piazza Fontana, via De Tullio, via Duomo, piazza Castello, pendio La Riccia, via Di Mezzo, via Sant’Egidio, via Garibaldi con rientro in chiesa. Al seguito suonerà la grande orchestra di fiati Santa Cecilia-Città di Taranto” diretta dal maestro Giuseppe Gregucci.

Originariamente i festeggiamenti erano molto sentiti in Città vecchia, soprattutto dagli abitanti di via Di Mezzo che salutavano il passaggio del santo in un trionfo di coperte multicolori e lancio di fiori. Poi, a metà degli anni Ottanta, il Comune dovette sgomberare questa lunga fila di edifici a causa di dissesti statici. Decine di famiglie furono obbligate, a malincuore, a trasferirsi in altri quartieri periferici. E da allora questa strada è rimasta desolatamente vuota e degradata, salvo la demolizione e la ricostruzione di alcuni edifici, ad uso universitario, sottostante l’ex caserma Rossarol, che nonostante siano stati inaugurati da poco, sono già interessati da visibile e preoccupante segno di umidità. Ora con l’arrivo dei fondi speciali, qualcosa in Città vecchia, e speriamo nella tanto disastrata via Di Mezzo, dovrebbe cambiare. Speriamo bene.



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