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lunedì 12 settembre 2016

Veni, vidi, Deus vicit!


12 settembre: la ricorrenza
del SS.mo Nome di Maria

Papa Innocenzo XI, Padre Marco D'Aviano, Giovanni Re di Polonia
e la salvezza dell'Europa cristiana 



C’è stato un tempo in cui i popoli europei sono stati capaci di essere davvero uniti. Non grazie al diritto e alle legioni romane, come al tempo dei Cesari; non grazie alla “libertà obbligatoria” esportata con violenza nell’intero continente dalle armate della Francia rivoluzionaria; né tanto meno grazie ai parametri bancari a cui ci si deve attenere come dogmi rivelati, stabiliti in questi anni da un manipolo di burocrati e massoni che, pertinacemente, si rifiutano di riconoscere l’identità cristiana del continente.
L’Europa è stata unita quando è riuscita a superare i particolarismi in nome della comune identità cristiana; quando è stato necessario, anche se doloroso, prendere le armi per difendere la propria fede, la propria cultura, le proprie nazioni, le proprie terre, i propri figli, per difendere il proprio diritto ad esistere.
Come somigliano i nostri tempi al secolo ‘600: una cristianità assediata. Se oggi però siamo qui a parlarne è anche perché allora i nostri antenati seppero trovare l’unità e il coraggio per reagire.

Padre Marco D'Aviano
Il 1600 è il secolo dell’inesorabile conquista dei turchi: uno dopo l’altro i paesi della penisola Balcanica avevano ceduto di fronte a un esercito che pareva sterminato e invincibile. I turchi erano comandati dal Gran Visir Kara Mustafà e dal sultano Maometto IV, incoraggiati nella propria opera dalla Francia di Luigi XIV.
Non deve stupire l’atteggiamento del re francese che mirava ad indebolire l’Impero Asburgico senza farsi scrupolo di allearsi con gli ottomani. Del resto sarà proprio dalla Francia, appena un secolo più tardi, che nascerà la più violenta delle rivoluzioni moderniste anticristiane.

Nel 1683 il piano dei Turchi era ormai chiaro: creare una grande Europa mussulmana con capitale Vienna.
Le milizie dell’impero austriaco erano poche e male armate. Il comando era affidato al duca Carlo di Lorena, da poco miracolosamente guarito grazie alle preghiera del frate cappuccino Marco D’Aviano. Padre Marco “ordinò” che tutti i vessilli imperiali portassero l’effige della Madonna. Da allora le bandiere militari austriache porteranno l’effige della Vergine per oltre due secoli, fino a quando non saranno rimosse per ordine di Hitler (1938).
Papa Innocenzo XI
Il 13 luglio del 1683 i turchi posero l’assedio a Vienna, dopo aver seminato, al loro passaggio, morte e distruzione, aver incendiato conventi e chiese, torturato religiosi, nobili e contadini che si rifiutavano di abiurare la fede cristiana.
Mentre l’imperatore Leopoldo d’Asburgo si rifugiava a Linz per organizzare la resistenza, cominciò a dare i suoi frutti la grande diplomazia dell’allora papa Innocenzo XI.
Custode del grande e migliore spirito crociato, il papa era convinto che tutte le divisioni interne dell’Europa cristiana dovessero passare in secondo piano di fronte al pericolo turco.
Proprio il papa riuscì ad essere l’anima della grande coalizione dei principi cristiani che, alla testa dei propri eserciti, accorsero alla salvezza di Vienna e della Chiesa.

Il 31 agosto si unisce all’esercito imperiale il re di Polonia, Giovanni III Sobieski alla testa dei suoi ussari. Insieme ad altri contingenti, sono presenti con le loro truppe i principi del Baden e di Sassonia, i Wittelsbach di Baviera, i signori di Turingia e di Holstein,
Giovanni III Sobieski, Re dei Polacchi
i polacchi e gli ungheresi, il generale italiano conte Enea Silvio Caprara e il giovane principe Eugenio di Savoia. Il comando supremo fu affidato al re polacco che già due volte aveva salvato il suo popolo dai turchi.
All’alba del 12 settembre, a Kalhenberg, presso Vienna, padre Marco d’Aviano celebra la Messa, servita da Giovanni III in persona, e benedice i soldati schierati.
Subito dopo, la battaglia: 60.000 cristiani contro 250.000 turchi. Nonostante lo scontro sembrasse dall’esito scontato, i cristiani riescono a mettere in rotta l’esercito turco che abbandona l’assedio di Vienna dopo aver sgozzato tutti i prigionieri cristiani e crocifisso sacerdoti e religiosi.

Gli stendardi imperiali, con l’effige della Madonna fecero il loro ingresso nella capitale liberata il giorno dopo. Il re di Polonia inviò al Papa le bandiere catturate ai turchi accompagnandole da queste parole: "Veni, vidi, Deus vicit", riferendosi al celebre messaggio inviato 17 secoli prima da Giulio Cesare al Senato di Roma. Sono arrivato, ho visto, Dio ha vinto.
Per decisione del papa, da quell’anno in poi il 12 settembre si sarebbe celebrata la solennità del SS.mo Nome di Maria, come ringraziamento per la vittoria, come già un secolo prima nelle acque di Lepanto (7 ottobre 1571).

Papa Innocenzo XI sarà poi beatificato da Pio XII nel 1956; p. Marco d’Aviano da Giovanni Paolo II nel 2003; per entrambi è in corso il processo di canonizzazione. Oltre all’indimenticato papa polacco, fra i devoti del frate di Aviano sono da ricordare due grandi santi del ‘900, anch’essi cappuccini: san Pio da Pietrelcina e san Leopoldo Mandic.
In nome della comune identità cristiana l’Europa seppe trovare la fraternità delle armi. La festa durò poco – è vero – perché subito dopo ricominciarono le interminabili guerre per il predominio, ma da quel 12 settembre 1683, in Europa cesserà per sempre (o solo fino ad oggi…) il pericolo e la paura dei turchi.

Auguri a tutte le donne cristiane che hanno il privilegio di chiamarsi come la Madre di Dio!



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