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lunedì 11 maggio 2015

Discorso per la consegna del simulacro di San Cataldo al Sindaco di Taranto

8 maggio
Basilica Cattedrale di San Cataldo
- Taranto -

Egregio Signor Sindaco,

distinte autorità civili e militari, Venerabile Capitolo metropolitano,
eccoci compiere un gesto che per me diventa di anno in anno molto caro, la consegna della statua del Santo.

È bello ritrovarsi qui, alle sorgenti del cristianesimo tarantino, da quel battistero infatti siamo nati tutti, e trovare la forza gioiosa di voler uscire per le strade per annunciare il Risorto.

La presenza del sindaco mi ricorda la dimensione pubblica della fede dalla quale non si può prescindere: luce sul lucerniere! Città sopra il monte!

Il cristianesimo ama l’uomo, ne scopre identità e dignità, lo difende, lo fa progredire. Alla Chiesa di Cristo interessa l’uomo e la sua salvezza.

Abbiamo ascoltato alcuni versetti della Lettera agli Efesini che ben descrivono la nostra missione.

L’autore fa riferimento al volto dell’uomo interiore, come a dire che nella città delle bonifiche attese, la città dei risanamenti urgenti, ricomporre l’uomo interiore rimane la priorità per operare il vero cambiamento. La forza dello Spirito in potenza e ricchezza, ricomponga in noi le sembianze dell’uomo nuovo, risanando le coscienze, restituendoci fin nell’intimo la nostra essenza di figli di Dio, e di fratelli fra di noi. Nulla però di esclusivamente intimo e di ricerca personale. La bonifica delle coscienze viaggia parimenti a un amore radicato, fondato, concreto.

Affidandole la custodia di San Cataldo, Signor Sindaco, noi ci impegniamo a riscoprire il valore del “custodire”, parola cara all’amato papa Francesco.

La cura che dobbiamo assumerci di Taranto per noi cattolici rimane sempre direttamente proporzionale alla complessa e meravigliosa conoscenza dell’amore di Gesù, in tutte le sue dimensioni: larghezza, lunghezza, altezza, vale a dire amare il Signore e curarci del nostro mare, della nostra terra e della nostra aria.

Raggiungeremo la pienezza dell’amore, quando nessuna delle sfide di questa città del Mediterraneo sarà per noi estranea ma accolta, amata e trasfigurata dall’impegno e dall’amore.

Signor Sindaco, signori amministratori, alla firma di questo atto formale, per me c’è ancora tutto l’impegno della comunità cattolica tarantina all’evangelizzazione alla promozione della Carità nella verità, all’amore nella giustizia e nella pace, nel solco degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e dei Papi.

“Come infatti proclamare il comandamento senza promuovere nella giustizia e nella pace la vera autentica crescita dell’uomo?” . “L’amore per l’uomo e in primo luogo, per il povero, nel quale la Chiesa vede Cristo si fa concreto nella promozione della giustizia”.

Condividendo il simulacro di San Cataldo, ancora una volta mi piace rinnovare la comune responsabilità di prodigarci perché la festa non sia evasione ma presa in carico, non una parentesi in mezzo alle difficoltà, ma lo sguardo sereno e impegnato sui nostri problemi che, nella loro gravità, hanno bisogno di essere risolti nella fiducia profonda in Dio e negli uomini amati da lui, quelli di buona volontà.

Ancora una volta poi, la nostra comunità è chiamata a scegliere in maniera responsabile, gli amministratori della Regione Puglia. Ancora una volta l’esercizio democratico può rivelarsi una grande opportunità.

Occorre però che andando a votare noi scegliamo qualcuno che nel governo abbia a cuore Taranto, con la Città Vecchia, il Porto, le grandi questioni ambientali e della salute perché venga tutelato il diritto dei diritti, quello alla vita. Come non pensare all’emergenza lavoro con tante realtà al collasso? Il Papa ci ripete sempre che un uomo senza lavoro è un uomo privato della sua dignità. Ultima sfida dalla quale non possiamo sottrarci è l’accoglienza dei fratelli che migrano in cerca di una vita serena lasciandosi alle spalle la guerra, la fame, la morte. Taranto brilla per il suo impegno generoso pur in mezzo a tante difficoltà. Le istituzioni garantiscano un’accoglienza degna, stimolando il governo nazionale e l’Europa.

Sia solo il bene comune la matrice della nostra scelta alle prossime elezioni. Poco serve lamentarsi successivamente, quando si è esercitato il diritto al voto con superficialità e per il proprio tornaconto personale.

Mi sta a cuore, dal mio canto, anche che il proprio candidato sia indicato per la sua coerenza di vita, capacità professionale di governo e sostegno del bene comune, in particolare dei più poveri!

Concludo augurando a Lei e alla città di Taranto una festa di San Cataldo che porti tanti frutti di speranza! Come a suo tempo il nostro Santo Patrono ha risvegliato la fede, ridonando la vita e la salute a tante persone, così anche oggi per sua intercessione possa esserci senza indugio l’auspicata rinascita della Città dei due Mari. Che San Cataldo ci benedica e ci protegga tutti.




Don Filippo, Arcivescovo Metropolita di Taranto

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