Angelo Diofano
Taranto oggi 8/4/2015
Le immagini sono del nostro amico Gabriele Conte
Al Carmine la sera della Domenica di Pasqua, con la benedizione apostolica impartita a nome del santo Padre dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro, si è concluso l’anno giubilare indetto dall’arciconfraternita in occasione del 250° anniversario della donazione delle statue dell’Addolorata e di Gesù morto al sodalizio da parte della nobile famiglia dei Calò. Nell’occasione, eccezionalmente, il Venerdì Santo c’è stato il ritorno dei Misteri in Città vecchia. La processione, ricordiamo, fu accolta in piazzetta San Costantino, prospiciente la scalinata della Vianuova, dallo stesso arcivescovo che, per qualche istante, volle prodursi in una intensa quanto inattesa “trucculiscijate”. Il parroco e padre spirituale dell’arciconfraternita, mons.
Marco Gerardo, ha ringraziato l’arcivescovo “per aver chiesto al papa il dono dell’anno santo, accolto da gruppi, comunità e scuole. Tanti hanno potuto accostarsi al sacramento della riconciliazione e al dono della infinita misericordia di Dio. Per quanto ci siamo sforzati di dare, attraverso questi incontri ciò che abbiamo ricevuto in termini di arricchimento spirituale è stato di più di quanto abbiamo dato”.
Così invece mons. Santoro ha esordito: “La mia domenica di Pasqua è stata lunga, cominciata con la messa nella casa circondariale e poi con quella in concattedrale, la visita agli ipogei e la partecipazione ad altre iniziative. Ma questo momento della conclusione dell’anno giubilare non lo
volevo perdere”. Ha continuato: “Con le processioni dell’Addolorata e dei Misteri si è voluto riportare nel cuore della città vecchia il mistero dell’amore di Dio. La città vecchia è stata centro della nostra Taranto in una grande occasione di speranza. Vedere via Garibaldi piena la gente, attenta e raccolta, ha dato la possibilità a ciascuno di incontrare la vicinanza del Signore, in un segno di rinnovamento spirituale profondo per la nostra terra”. Parlando della rinascita di Taranto, così ha concluso l’arcivescovo: “Ciascuno deve fare la sua parte: la Chiesa, la confraternita, la parrocchia con la loro funzione di stimolo e di profezia, così come c’insegna il papa e come cerchiamo di vivere non con parole ma con vicinanze, fatti, prossimità. Tante nostre ricchezze possono essere valorizzate al fini di una ripresa culturale: dal museo al castello, dal Mu.di alla cattedrale. Aspettavamo l’inaugurazione del secondo piano del museo archeologico ma ciò non è accaduto. Speriamo che con lo stimolo delle nostre processioni ciò accada quanto prima”.
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