Maria Florenzio
Complice anche una calda giornata di primavera, per l'ottava di Pasqua, detta anche Domenica in Albis, in molti hanno raggiunto il santuario rupestre della Madonn' Abbasc' del 1440, dedicato alla Vergine del Carmelo.
Sono arrivati dal centro urbano di Mottola, ma anche dalla vicina Palagiano, in auto o a piedi, continuando, in segno di penitenza, i sette pellegrinaggi, che hanno preceduto, ogni sabato, la Domenica di Pasqua.
A farla da padrone, tradizione e fede, in una giornata, che ha fatto calare il sipario sulle iniziative pasquali, organizzate dalla Confraternita del Carmine.
Unico e suggestivo, il luogo: una cappella ipogea, immersa tra l'argento degli ulivi e il verde della macchia mediterranea, che l'associazione "Don Tonino … per Amore", preserva, ripulisce e custodisce con molta cura.
Per l'occasione, la statua della Vergine del Carmelo, dalla chiesa del Carmine di via Mazzini, in mattinata, è stata portata presso il santuario rupestre in contrada Casalrotto. Qui, i confratelli e le consorelle del Carmine, in abito da rito, l'hanno collocata sul piazzale antistante, dove sono state celebrate, nel corso della giornata, ben quattro messe.
A concelebrare quella delle 16,30, il vescovo della Diocesi di Castellaneta, monsignor Claudio Maniago e l'arciprete della Chiesa Madre, don Sario Chiarelli.
Ha parlato del ‹‹perdono verso gli altri - il vescovo -; lo stesso, invocato sulla croce da Gesù, per coloro che lo avevano portato a quel calvario, a dimostrazione di quanto sia grande la misericordia di Dio, che vince sul male, anche su quello che ha portato suo Figlio alla morte e, poi, alla Resurrezione. Ed, è proprio da questo santuario - ha concluso mons. Maniago, nella sua omelia - che deve levarsi verso Gesù, verso la Madonna, madre accorata, la nostra gioia, il nostro alleluia di cristiani››.
Attorno alle 20, poi, il simulacro della Vergine è stato riportato in paese. Da Largo Rotonda, dopo i fuochi pirotecnici, attraversando il corso cittadino, è partita una processione, verso la chiesa del Carmine, alle note della banda cittadina "U. Montanaro", diretta dal M° Barbara Gigante.
In parrocchia, un momento di preghiera, qualche applauso per la Vergine del Carmelo e l'invito di don Sario, ricordando le parole di Maria, ‹‹a fare quello che Gesù ci dice di fare cioè vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo››.
Quella della Domenica in Albis è stata anche la prima occasione utile per ammirare la statua della Vergine del Carmelo, risalente al '700, ritornata al suo antico splendore dopo il recente restauro, operato dai fratelli Alessandro e Piero Buttiglione, confratelli del Carmine. Il primo restauro pare risalga all'800, quando la statua fu dotata anche degli arti inferiori.
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