1 - 2 luglio
Santuario Madonna delle Grazie
- San Marzano di S.G. -
Italo Caiazzo
L'1 e 2 luglio celebrazioni civili e religiose nella suggestiva località rupestre, in una oasi di verde, a tre chilometri dal paese. Il grande pellegrinaggio all'alba dei devoti
San Marzano festeggia la compatrona, la Madonna delle Grazie, nell’omonimo santuario, l'1 e 2 luglio. Il parroco don Cosimo Rodia e il comitato feste patronali hanno curato il programma di celebrazioni, iniziato il 17 maggio con la celebrazione dei sette sabati alla Madonna, preceduti dal pellegrinaggio a piedi al santuario
e culminante con la Santa Messa alle ore 19. Il programma liturgico si compone di una serie di iniziative che interesseranno il paese e i luoghi del santuario rupestre, distante circa tre chilometri dalla cittadina. Le Sante Messe saranno celebrate martedì 1 luglio alle 7 e alle 18 in parrocchia e alle 19 nel santuario. Nello stesso orario il simulacro della Madonna delle Grazie percorrerà le vie del paese in processione. Mercoledì 2 luglio, giorno della festa, si terrà il tradizionale pellegrinaggio dalle ore 5 dal paese al santuario; vi parteciperanno autorità civili e religiose, le confraternite del SS. Sacramento e del SS. Rosario, e soprattutto molti fedeli anche dei paesi limitrofi. All’arrivo, la Santa Messa presieduta dal parroco don Cosimo Rodia. Il programma proseguirà con le celebrazioni in parrocchia alle 9 e alle ore 20 mentre nel santuario alle 11 si terrà la supplica e alle 19 la Santa Messa; al termine breve processione nella zona rupestre. “La comunità sammarzanese - dice il parroco don Cosimo Rodia - si distingue per l'intensa partecipazione ai momenti di devozione religiosa e alle celebrazioni liturgiche. Il culto per la Madonna delle Grazie ha origini immemorabili e nel corso del tempo ha visto la partecipazione sempre crescente, soprattutto se si tiene presente dei giorni in cui svolge, dal 'profumo” di vacanze estive”. Il programma civile, curato dai componenti del comitato feste patronali, uniti dall'intento di non abbandonare le tradizioni e di tramandarle ai giovani, è molto semplice e nel contempo di un certo interesse; l’elemento che prevale nelle feste locali in onore dei santi è principalmente quello liturgico e non quello della kermesse. Le processioni saranno
accompagnate dalle note musicali del complesso bandistico “Città di Lizzano” diretto dal Maestro Gaetano Cellamara, che offrirà un concerto lirico sinfonico in cassarmonica la sera del 2 luglio al termine della processione attorno al santuario. Martedì 1 luglio ci sarà il concerto della “Palasport Pooh Official Tribute Band”. La zona del santuario sarà artisticamente illuminata dalla ditta Perrotta di Squinzano mentre uno spettacolo pirotecnico chiuderà in bellezza la serata del 2 luglio.
Un altro grande esempio di religiosità popolare in queste giornate sarà dato dalla straordinaria rappresentazione della Passione Vivente, all'ottava edizione. Nel prestigioso anfiteatro all’aperto antistante il santuario, la sera di domenica 29 giugno si rappresenteranno le ultime scene di vita di Nostro Signore. L'evento è organizzato dalla parrocchia San Carlo Borromeo, dal comitato Passione Vivente, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, delle associazioni locali e soprattutto e dei figuranti, cioè gli attori della compagnia “Teatro e Vita” di Torre Santa Susanna e i cittadini di San Marzano. La regia è di Gino Cesaria.
Lo splendido santuario alle porte di San Marzano è di origini bizantine, anche se non risponde perfettamente agli schemi dei popoli dell’Oriente a causa delle conformazioni della roccia. La chiesa si affaccia su una lama del territorio, in uno splendido scenario di gravine; la lama profonda circa cinque metri nel punto più alto, suggestiva e particolare, è caratterizzata dalla presenza di molte grotte di varie dimensioni che si aprono sui costoni. La chiesa ipogea pare sia stata caratterizzata da diversi periodi di costruzione: il primo fino al secolo XV con la dedicazione a San Giorgio, il secondo dal XVI ai nostri giorni dedicato alla Madonna delle Grazie, anche se la chiesa viene ufficialmente citata in un documento del 1709. Oggi l’ipogeo ha una forma approssimativamente quadrangolare, dalle mura caratterizzate dalla presenza di segni che inducono a un mutevole scenario spaziale e liturgico. Infatti ci sono tre accessi diversi (oggi ristrutturati) due che si affacciano sulla lama e uno che collega l’ipogeo con la chiesa soprastante. L’elemento principale è l’affresco della Vergine con Bambino al quale fu attribuito un significato miracoloso. Prescindendo dalle leggende, l’immagine divenne da allora centro di fervore religioso. Inizialmente l’affresco era limitato esclusivamente al volto di Maria e del Bambino mentre in tempi più recenti si è risaliti alla raffigurazione completa. Il carattere suggestivo della località rupestre fa sì che molte coppie, anche forestiere, scelgano il Santuario per il matrimonio. La chiesa sovrastante è di recente costruzione e custodisce il simulacro della Madonna delle Grazie, probabilmente realizzato nel 1800; è stato restaurato grazie all’impegno di don Cosimo Rodia e alla fattiva partecipazione dei devoti sammarzanesi e riportato alla venerazione lo scorso dicembre.
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