Angelo Diofano
Nuovo Dialogo del 21/11/2014
Nella serata di sabato 22 festa in Città vecchia in onore della santa. Dopo la Messa vespertina, processione fino alla chiesa di San Giuseppe, con fuochi pirotecnici e “pettolata”
La festa di Santa Cecilia, sabato 22 novembre, giunge in sordina, quasi inaspettata, annunciata dalle prime luminarie (che malinconia, però, quei rachitici abeti in acciaio dalle luci smorte davanti ai negozi) fino a esplodere in tutta la sua solita bellezza e suggestione. Una ricorrenza che segna il rinsaldarsi dei rapporti nei condomini e nei posti di lavoro con l’offerta di una semplice pettola, dolce principe della tradizione tarantina, dal cuore bollente, come l’amicizia, che scuote dall’apatia e dalla rassegnazione. Quintali e quintali di pastella, dalle prime ore del mattino, vengono lavorate dalle mani sapienti delle mamme, pronta per essere immersa nell’olio che frigge. Non sono pochi i bar che, levate anzitempo le saracinesche, offrono pettole in quantità all’affezionata clientela e a quanti si apprestano a raggiungere il posto di lavoro. La festa è completata dal passaggio della banda, che si sofferma lì davanti, gradendo un robusta porzione dei caratteristici dolci assieme a un bicchierino di caffè o del liquore fatto a casa. Magari di entrambi, data l’umidità di prima mattina che ti entra nelle ossa e che ha proprio bisogno di essere… asciugata. Cin cin, maestri, e grazie!
La festa, nella mattinata, continua nelle scuole, dove gruppi di ragazzi con il flauto dolce e la diatonica, al ritmo del tamburello, eseguono le pastorali più facili. E poi tutti davanti al grande buffet preparato dalle mamme, fra crostate, ciambelle e naturalmente piatti di pettole, innaffiati questa volta da aranciata e coca-cola. Anche così si contribuisce a mantenere in piedi la tradizione.
A proposito, ma come sono nate le pettole? La fantasy popolare si sbizzarrisce. Si racconta, per esempio, che all’alba del giorno di Santa Cecilia, una donna si alzò come di consueto per preparare l'impasto per il pane. Mentre era all’opera udì gli zampognari che arrivavano. Scese per strada e li seguì per un po’. Tornata a casa si accorse che l'impasto era lievitato troppo e non era più buono per il pane. Cosa farne? La massaia si lasciò prendere dall’ispirazione e cominciò a friggere dei pezzettini di pasta che nell'olio diventarono palline gonfie e dorate. I figlioletti ne furono entusiasti. “Ma’, e ce jè sta nuvetà?” Già, cosa rispondere, si arrovellò la donna, presa alla sprovvista. E rispose: "Pèttele'" (cioè, piccole focacce, da “pitta”). E aggiunse, vedendo che erano molto soffici: "Sonde le cuscìne du Bambenudde" (i guanciali di Gesù Bambino).
C’è anche una leggenda che lega la “pettola” San Francesco d’Assisi. Si racconta, infatti, che il fraticello era in giro per la nostra città a dispensare benedizioni. Una vecchietta intenta a preparare il pane si affacciò alla finestra per farsi benedire anche lei. La pasta lievitata intanto cominciò a gonfiarsi a dismisura fino a fuoriuscire dalla superficie della madia e a cadere nella “frezzola” colma d’olio bollente. Ne vennero fuori delle frittelle molto gustose. Appunto, “le pettele”.
Anche quest’anno si svolgeranno solenni festeggiamenti in Città vecchia in onore di Santa Cecilia, a cura della grande orchestra di fiati cittadina intitolata alla santa protettrice dei musicisti e diretta dal maestro Giuseppe Gregucci. Alle ore 17.30 ci sarà il giro per via Duomo del complesso bandistico che parteciperà alle ore 18 alla Santa Messa celebrata dal parroco mons. Marco Morrone. Al termine muoverà la processione con la partecipazione di tutte le confraternite del centro storico; toccherà ai confratelli di San Cataldo in Santa Caterina portare a spalla la statua della santa. Al seguito, i fedeli e la banda “Santa Cecilia” che intonerà le caratteristiche pastorali tarantine, in precedenza ascoltate all’alba durante il giro per i quartieri. L’itinerario: via Duomo, pendio San Domenico, via De Tullio, piazza Fontana, via Garibaldi fino alla chiesa di San Giuseppe. Prima dell’ingresso in chiesa ci sarà uno spettacolo pirotecnico a Mar Piccolo. Quindi, “pettolata” alla “Vianuova” offerta da alcuni devoti mentre il complesso bandistico terrà un piccolo concerto di melodie natalizie. Prossimo appuntamento con la tradizione sabato 29 alle ore 17 con la processione della nostra celeste patrona, l’Immacolata, dalla chiesa di San Michele alla Cattedrale dove l’immagine sarà esposta per tutta la durata della novena.
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