Nel libro “Correva l’anno 1710”
Due terremoti (1710-1743), storie di vita tra i vicoli, tradizioni scomparse e ancora in vita. Questo e altro ancora nel segno della devozione della città di Taranto verso la sua patrona, assieme a San Cataldo: la Vergine Immacolata. Testimonianze, racconti di tarantini veraci, vicende di confraternita e veloci scorribande nella gastronomia legata alla festa. Se ne parla nel libro “Correva l’anno 1710”, realizzato da Angelo Diofano (Edit@, di Domenico Sellitti) e arricchito della presentazione dello storico Vittorio De Marco. Questa storia si snoda attorno a una confraternita, quella dell’Immacolata, intenta ogni anno a celebrare e solennizzare la festa della propria Titolare che lascia un segno tangibile della sua protezione verso la città in occasione dei due terremoti. Un secondo aspetto che emerge da questa ricerca riguarda la tradizione popolare, ciò che nel tempo si costruisce spontaneamente intorno a un avvenimento religiosi, una tradizione cadenzata dal calendario liturgico e paraliturgico, espressione del sentimento di un popolo anche attraverso i “contorni” più materiali di vigilie, di bande, di arte culinaria che rende più viva la festa e aderente nel tempo al vissuto quotidiano. Dopo aver raccontato il miracolo, descritto il luogo in cui avvenne, ricordata la confraternita dell’Immacolata anche attraverso vicende e nomi di amministratori, le processioni, l'autore si sofferma sulle tradizioni scomparse e su quelle ancora vive, sull’antica atmosfera nei vicoletti, sui menu della vigilia.Molto belle le testimonianze di tarantini doc come Giacinto Peluso, Francesco Vozza, Salvatore Fallone (racconta di come i pasticceri del Borgo bruciavano la cannella per indurre all’acquisto) e del musicante Vincenzo Caso (la Novena nei vicoli e nelle case, cui partecipava sin dagli anni anteguerra). Spazio anche alla processione serale dell’8 dicembre con la partecipazione di tutte le confraternite, che rende la Città vecchia una novella Lourdes e che si conclude con i fuochi d’artificio in piazza Castello.Si raccontano le vicende dell’istituto Maria Immacolata e delle “cornette bianche”, le suore vincenziane così soprannominate per il caratteristico copricapo usato fino a qualche tempo addietro. Si narra della centralissima piazza dedicata alla Vergine, che ebbe in passato altri nomi. A conclusione, le tradizioni in provincia: San Giorgio Jonico con le vicende della chiesa senza tetto, Grottaglie, Martina Franca e le due confraternite intitolate alla Vergine con tal titolo, Carosino, Montemesola con il miracolo dei bruchi, Massafra, Crispiano, Mottola e Manduria con l’incredibile “Libro Magno” del digiuno che trovò iscritti persino in Cina. Un libro corredato da tante foto, alcune inedite, da leggere tutto d’un fiato.
Correva l'anno 1710
Angelo Diofano
Edit@
pp.112
€10,00
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