I religiosi della diocesi per il settenario. Omaggio dei ragazzi del catechismo. Riscoperta delle antiche tradizioni, come quella delle “mattre” che saranno allestite da sei famiglie
Angelo Diofano
Nuovo Dialogo 13/3/2015
Anche quest'anno la piccola Faggiano si prepara con animo gioioso alla solennità del patrono san Giuseppe. La festa è da considerarsi da "cerniera" fra il presente e il passato, fra l'antico e il nuovo inseriti nel grande alveo della fede e della comunione dei secoli con la Chiesa. Infatti, oltre a cementare i rapporti fra le diverse generazioni e stili di vita, la festa di san Giuseppe è sinonimo di riscoperta della ricchezza, della bellezza e della nobiltà del patrimonio culturale e religioso del territorio, stimolando la comunità ecclesiale e civica a trascendere quel clima di vuoto consumistico per andare all'essenziale, senza il discapito del decoro e del piacere.
Ogni anno il parroco don Alessandro Giove, in sinergia col comitato festeggiamenti e con l’amministrazione comunale, grazie anche alle linee guida di papa Francesco e dell'arcivescovo mons. Filippo Santoro, cerca di tradurre in opere l'insegnamento della Chiesa. In quest'anno - dedicato da alla vita consacrata- il settenario, che inizierà giovedì 12 marzo, vedrà protagonista la feconda, e a volte silenziosa, presenza di alcuni religiosi, che operano in diocesi, fra i quali ricordiamo i padri saveriani (13 marzo), i padri giuseppini del Murialdo (14 marzo), i frati francescani minori (16 marzo), i padri somaschi (17 marzo), constatando quanto sia vero l'insegnamento del papa che afferma: "Le persone consacrate sono il segno di Dio nei diversi ambienti di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di condivisione coi piccoli e i poveri. Così intesa e vissuta, la vita consacrata ci appare prorpio come essa è realmente: un dono di Dio, un dono di Dio alla Chiesa, un dono di Dio al suo popolo!".
A ciò vanno aggiunte la riscoperta e la ripresa delle "mattre", cioè delle tavolate in onore di san Giuseppe per la gioia dei poveri, del vicinato e dei visitatori, praticando il motto paolino: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!". Grazie al comitato festeggiamenti, le famiglie che quest'anno offriranno le "mattre" si sono pressochè moltiplicate, annoverandone sei, dislocate nel paese e distribuite lungo il settenario. Domenica 15 marzo, poi, la comunità parrocchiale si stringerà ulteriormente intorno al suo patrono, attraverso un omaggio che tutti i ragazzi del catechismo, insieme ai loro catechisti, offriranno: canti, poesie, lettere ecc. Tale iniziativa mira a creare un legame maggiormente più stretto fra le famiglie, la parrocchia e il dono e la venerazione dei santi, nostri cari amici.
La festa patronale è per Faggiano occasione di convergenza nel perseguire comuni obiettivi e rinsaldare relazioni ancora più cordiali, pur nella distinzione dei ruoli e dei compiti, fra la parrocchia e l'amministrazione comunale. E perchè non manchi proprio nulla, la "kermesse" si chiuderà mercoledì 18 con la benedizione in mattinata ai pani devozionali e alla sera con la celebrazione della messa della vigilia e dei primi solenni vespri di san Giuseppe, cui seguiranno la benedizione alla grande tavolata curata dall'Associazione per le tradizioni popolari di Faggiano, la degustazione di alcuni piatti e dolci tipici della tradizione e l'accensione del grande falò in piazza Moro. Giovedì 19, invece, le sante messe del giorno al mattino alla sera stimoleranno i fedeli a rendere grazie a Dio per il dono di san Giuseppe nella Chiesa universale e a chiedere al glorioso Patriarca la protezione, la forza, la salute e la dignità di un onesto lavoro. A tutto ciò, il corollario di luminarie, fuochi pirotecnici e banda in piazza.
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