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sabato 19 aprile 2014

Mottola: la Processione dei Misteri del Sabato Santo, dodici complessi statuari ed oltre ottocento confratelli del Carmine


Maria Florenzio

Alle prime ore dell’alba, dalla Chiesa del Carmine, esce la processione dei Misteri, dodici complessi statuari: Gesù nell’Orto degli Ulivi, Gesù alla Colonna, Gesù incoronato di spine, la Caduta, la Veronica con il volto di Gesù e la Veronica con la tunica, Gesù in croce, Gesù deposto alla croce, la Pietà, il Calvario, la bara di Gesù Morto e l’Addolorata.
Ad aprire il corteo processionale è “U Fischett” ovvero la bassa musica. Seguono il troccolante e lo stendardo della Confraternita del Carmine, listato a lutto, la croce dei Misteri, con la corona di spine ed il sudario di lino bianco. E, poi, “U Mazzir” e centinaia di paranze tra un Mistero e l’altro.
La processione è scandita dal lento incedere delle paranze, oltre ottocento. Sono incappucciate ed hanno la corona di spine di melograno sul capo; il cingolo bianco, intrecciato al cinto; i guanti e la tunica bianchi; lo scapolare marrone, con la scritta “Decor”, avanti e “Carmeli”, dietro, sormontato dalla mozzetta di color paglino, su cui è appuntato un fiocco di color nero, in segno di lutto. Nella mano destra stringono “U Prdon”, un bastone di color bianco ed, in segno di penitenza, camminano scalzi. I piedi sono impolverati, dolenti, stanchi.
Sono uomini, donne e bambini, tutti confratelli e consorelle del Carmine. In perfetta e silenziosa compostezza, a passo lento ed andante, annunciato dal troccolante, ripercorrono le vie principali del paese, accompagnati dalle marce funebri della passione. 
Oltrepassano la soglia della centralissima parrocchia di via Mazzini, alle prime ore dell’alba, per fare rientro attorno a mezzogiorno, quando, molti dei confratelli si lasciano andare ad un pianto commovente, quasi liberatorio, come se avessero rivissuto, durante quel lungo e sofferto peregrinare, il dolore del martirio di Cristo. Le statue pesano; le lunghe ore di cammino, anche.
La gente si assiepa lungo i marciapiedi ed, in silenziosa compostezza, osserva il passaggio delle statue: c’è chi si commuove, c’è chi si inginocchia al passaggio del Cristo Morto. La suggestione emotiva è tanta, la singolarità del momento è davvero unica!



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